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Le opere della collezione Antonio Bonfigli

Antonio Bonfigli, nato a Macerata il 2 maggio del 1806, è un pittore e architetto, formatosi sotto la guida di padre Atanasio Favini di Coriano (1749-1843), minore osservante aderente ai canoni del Neoclassicismo. Nel 1826 si trasferisce a Roma, perfezionandosi alla scuola di Vincenzo Camuccini e di Ferdinando Cavalleri.

Nella Capitale apre il proprio studio specializzandosi nella miniatura e nella produzione di repliche e quadri originali per la vasta clientela di stranieri e forestieri presenti in città. Da re Carlo Alberto riceve l’incarico di restaurare alcuni quadri del Palazzo Reale di Torino e nel 1832 partecipa all’Esposizione dell’Accademia Linguistica a Genova. Dopo il suo rientro a Macerata nel 1860, decise di donare i dipinti della sua collezione alla città, acquisiti dopo la sua morte avvenuta l’11 febbraio del 1865.

Il lascito Bonfigli va dunque ad incrementare il primitivo nucleo di dipinti allora conservati nella Biblioteca comunale e contribuisce alla creazione della Pinacoteca Civica, fondata negli anni 1866-1867 e ufficializzata con delibera del Consiglio comunale il 25 aprile del 1870. Le opere vengono sistemate nel “Salone grande” della Biblioteca e per procedere al loro ordinamento viene coinvolto in qualità di esperto il pittore Giuseppe Mancini (Macerata, 1791 – 1881).

La donazione comprende ventisei quadri, tra questi si distinguono l’ “Autoritratto di Carlo Maratta”, un piccolo ma prezioso dipinto su rame, e una “Madonna” di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, oltre a due opere dello stesso Bonfigli.