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Battaglia di Enea e Mesenzio

data
1712
sede
Palazzo Buonaccorsi
collocazione
Primo piano/ Galleria dell'Eneide/ sala 14
soggetto
Eneide
tecnica
Olio su tela, 304 x 326 cm
n. inventario
127a
tipologia
Pittura
percorso
Arte Antica

Descrizione

La tela raffigura la “Battaglia di Enea e Mesenzio”, episodio tratto dal decimo libro de l’Eneide di Virgilio. Al centro della scena troviamo Enea, armato di spada e con lo scudo rialzato, che sta per colpire a morte Mesenzio, caduto a terra da cavallo. Intorno ai due personaggi principali infervora la battaglia e in primo piano giacciono i corpi ammassati dei soldati caduti. Sullo sfondo si apre un paesaggio con gli scontri delle truppe e a destra si intravedono le torri di una città fortificata. Nell’opera sono stati individuati riferimenti alla scultura antica, in particolare al “Gladiatore Borghese” per la figura di Enea e al “Laocoonte” per Mesenzio, influenze che denotano la formazione artistica di Gregorio Lazzarini, attento allo studio dell’antichità.

Il dipinto fa parte del ciclo di dodici tele a soggetto virgiliano realizzate da diversi artisti per la Galleria dell’Eneide del palazzo nobiliare commissionate da Raimondo Buonaccorsi. Gregorio Lazzarini viene chiamato in rappresentanza della scuola veneta, insieme ad Antonio Balestra e Nicolò Bambini. Il pittore dovette godere di un certo interesse da parte del committente, il quale gli affida la realizzazione di una seconda opera per la Galleria, la “Morte di Didone”, dipinta entro il 1714.

Gregorio Lazzarini (1655-1730) era uno dei pittori più popolari a Venezia tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento, ricordato per le sue molte pitture a soggetto mitologico e storico. I suoi quadri sono presenti nelle più prestigiose collezioni artistiche dell’epoca, a Roma, Milano, Vienna, Amsterdam e in Spagna. Tra le sue opere segnaliamo la grande tela con l’ “Elemosina di San Lorenzo Giustiniani” (1691) nella chiesa veneziana di San Pietro di Castello e il ciclo di sei tele per l’arco trionfale in onore di Francesco Morosini per la Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale. Nella collezione di Buonaccorsi si conservavano inoltre altri due dipinti di sua mano, attualmente dispersi.