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Ritratto di Raffaello come Isaia
(1540-1541 / 1609)
- data
- 1593 circa
- sede
- Palazzo Buonaccorsi
- collocazione
- Primo piano / sala 5
- tecnica
- Olio su cuoio, 138 x 62cm
- n. inventario
- 315A
- tipologia
- Pittura
- scuola
- Scuola romana
- collezione
- Costa Ciccolini Irene
Descrizione
Nel dipinto è raffigurato Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 – Roma,1520), uno dei maestri del Rinascimento italiano, con i tratti del profeta Isaia. Il modello è ripreso da un affresco dello stesso artista urbinate realizzato su un pilastro della basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio a Roma. Federico Zuccari ritrae il pittore seduto nell’atto di srotolare una pergamena dove è visibile l’effigie di Diana di Efeso. In basso sono inseriti gli strumenti che richiamano la sua attività artistica: la tavolozza con i colori, gli attrezzi di misurazione, i pennelli e le ciotole.
Sulla cornice in basso dentro un cartiglio si legge l’iscrizione: EN PATET TABVLA MAGNI RAPHAELIS IMA (…) // ZUCCARE QVAM SOLVS PINGERE DIGNVS.
Il dipinto, realizzato su cuoio, è da mettere in relazione con una composizione analoga conservata in Pinacoteca, raffigurante il Ritratto di Michelangelo come Mosè (inv. 314A). I due corami facevano parte dell’apparato decorativo dell’abitazione romana di Federico Zuccari, vicino la chiesa di Trinità dei Monti. Le due opere costituiscono, insieme ai sette pannelli della Galleria Nazionale d’Arte di Palazzo Barberini a Roma, ciò che resta del ciclo celebrante le “Storie della vita di Taddeo Zuccari”, noto attraverso la serie di disegni tra i quali compaiono i ritratti degli artisti Polidoro da Caravaggio, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio. I corami sono ricordati negli inventari romani della collezione Ludovisi (1623, 1633, 1655), giungono al Comune di Macerata nel 1956 attraverso il lascito della collezione della marchesa Irene Costa, vedova Ciccolini Silenzi.
A tergo del supporto in cuoio, nel corso degli ultimi lavori di restauro, è stata rilevata la presenza del marchio con il simbolo di Federico Zuccari, tra maggiori rappresentanti della pittura Manierista.
Altre copie dell’affresco romano di Raffaello, preso a modello da Federico Zuccari per il dipinto, sono conservate nella Pinacoteca Ambrosiana a Milano, nella Galleria del Belvedere a Vienna e a Dresda.