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Boccale con San Giuliano
- data
- 1490 - 1499
- sede
- Palazzo Buonaccorsi
- collocazione
- Primo piano / sala 4
- tecnica
- Pittura su maiolica 42x20cm
- n. inventario
- 506
- tipologia
- Ceramica
- scuola
- Ambito italiano
- percorso
- Arte Antica
Descrizione
Il boccale ha corpo ovoidale su piede a cercine, collo svasato a bocca trilobata e ansa verticale a nastro scanalata ad esso contrapposta. Al centro presenta San Giuliano a cavallo, patrono della città di Macerata, raffigurato nelle vesti di un cavaliere con la spada agganciata al fianco e il vessillo tenuto nella mano destra. Tutto intorno corre un motivo decorativo con una ricca ghirlanda di foglie e frutti, legata ai lati da nastri che si srotolano sul retro in volute, mappi terminali, losanghe e inflorescenze ripetitive.
Secondo una tradizione, il boccale sarebbe stato donato ai Priori di Macerata, insieme ad un secondo esemplare (inv. n. 507), da un governatore della Marca Anconetana o da un suo luogotenente fiorentino. Veniva usato per servire vino caldo durante le sedute invernali della magistratura comunale.
Se entrambi sono da riconoscersi nei ‘crateras Comunis’ ceduti in pegno temporaneo ad usurai ebrei in cambio di prestiti alla comunità, menzionati in un atto di delibera (31 ottobre 1492), si avrebbe un termine ‘ante quem’ per la datazione dei pezzi. Anche l’analisi stilistica induce a collocare i due boccali verso questa cronologia. Come precisato dalla critica, “la gamma cromatica e la stesura del colore fortemente segnata dai tratti del pennello collocano i due manufatti alla fine del XV secolo” (Paolinelli C., 2018, p. 176).
Probabilmente non provengono da una stessa bottega, ma esprimono le diverse espressioni figurative che si svilupparono lungo la dorsale appenninica, con tangenze nei confronti della produzione dei due maggiori centri conosciuti, Deruta e Pesaro.
In particolare, come sottolineato dallo studioso Paolinelli, alcuni elementi rimandano a una cultura di matrice sforzesca quale, nel boccale con San Giuliano, la grande zolla di terreno su cui poggia il cavallo, caratterizzata da taglienti scorci prospettici, elemento che si ritrova in alcune maioliche pesaresi.