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Suspectos Damnare – I libri proibiti da Gutenberg all’età dei Lumi
Inaugurata il 19 Gennaio alla Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata la mostra “Suspectos damnare. I Libri Proibiti da Gutenberg all’età dei Lumi”, primo appuntamento di “Presente liberale”, il festival nazionale del libero pensiero organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la casa editrice Liberilibri, alla presenza dell’assessore al Turismo e Eventi Riccardo Sacchi, promotore della manifestazione, dell’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta e del consigliere comunale Barbara Antolini.
L’esposizione permette al pubblico di ripercorrere la storia della censura in età moderna, quando nasce, si sviluppa ed entra in crisi un sistema di controllo sulla produzione, circolazione e uso del libro. Un excursus affascinante attraverso quei volumi rari e preziosi custoditi nella stessa Biblioteca e insospettabilmente caduti sotto la mannaia della censura nel corso dei secoli.
La mostra è divisa in sei sezioni: Gli strumenti del controllo; Gli autori proibiti; Letture proibite; La Scienza proibita; Assolutismo e Censura; L’Encyclopédie.
Una bacheca infine è riservata a una selezione di titoli sul tema della casa editrice Liberilibri, che da sempre ha fatto della lotta alla censura una delle sue più convinte battaglie, pubblicando testi e autori “scomodi” o controcorrente altrimenti introvabili sul mercato editoriale.
Come ricorda la curatrice Laura Mocchegiani: “Il primo rogo di libri di cui si ha memoria avvenne sotto l’imperatore Tiberio, quando furono bruciate le opere dello storico Cremuzio Cordo perché portatrici di idee contrastanti con l’ideologia del potere. Duemila anni dopo, di fronte all’Università di Berlino, bruciavano le opere degli autori liberali e democratici perché fosse chiaro che la presa del potere doveva incidere in profondità anche sul pensiero. L’immagine del rogo dei libri ha una lunga storia e rappresenta l’estrema conseguenza del conflittuale rapporto tra potere e voci avvertite come dissidenti. Nei secoli la censura ha assunto svariate forme, più o meno subdole e appariscenti ma che sono state sempre a testimoniare questo rapporto.”
Nel 1759, lo stesso anno in cui Voltaire diede alle stampe il Candide, Peter Forsskål pubblicò a Stoccolma Pensieri sulla libertà civile, un’autentica sintesi del pensiero dell’Illuminismo riformatore, non solo scandinavo, ma europeo. Un libello subito censurato e sparito dalla circolazione, che Liberilibri ha ripubblicato insieme a un piccolo prezioso gioiello dell’Illuminismo scandinavo sinora mai tradotto in italiano: l’Editto sulla libertà di stampa, proclamato nel 1766 dal re di Svezia Adolfo Federico, che rappresenta la prima legge sulla libertà di scrittura e di stampa in Europa, e che precede quindi anche l’antesignana Inghilterra, dove la quasi totale abolizione della censura avvenne sì nel 1695 ma solo de facto. La libertà di stampa venne poi ufficialmente proclamata a Parigi con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino il 26 agosto 1789, dove si stabiliva che la “la libera comunicazione del pensiero e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo”.
La mostra, organizzata in collaborazione con l’assessorato alla Cultura, è stata prorogata e resterà aperta fino al 31 maggio 2024.
La mostra sarà visitabile negli orari di visita delle sale antiche della biblioteca: dal lunedì al venerdì alle 10 e alle 12 e alle 15,30 e 17,30; il sabato alle ore 10 e alle 12.
I visitatori possono prenotarsi chiamando il numero 0733.256360.