Berlina

La Berlina, così denominata dal suo luogo di origine, deriva da un primo esemplare costruito nella seconda metà del Seicento su disegno di Filippo Chiese, architetto di Federico Guglielmo I, principe di Brandeburgo. Si trattava di una vettura riservata alle Case Regnanti o alle grandi casate, a quattro ruote con cassa sospesa a cinghie, con vetri e copertura, adatta anche a lunghi viaggi. Ne esistevano vari modelli: carrozze di gala, da viaggio, di rappresentanza. La traccia lasciata dalla Berlina nella storia della carrozza è così profonda che il suo nome è tra i pochi sopravvissuti nella nomenclatura dell’automobile moderna.

La vettura in esposizione rappresenta un manufatto tipico dell’Ottocento con la cassa a “barca” munita di portiere con maniglie in ottone. Le ruote, cerchiate in ferro con chiodi ben visibili, sono in legno a raggi scampanati. Reca dipinto sui fianchi il blasone della casata a cui è appartenuta: i marchesi Ceccaroni Cambi Voglia, famiglia nata nel 1855 dal matrimonio tra Ceccaroni, patrizio di Cesena e Francesca dei marchesi Cambi Voglia di Camerino. La presenza dello stemma gentilizio non deve trarre in inganno circa la datazione della vettura, sicuramente anteriore al 1855 sia per le caratteristiche tecniche che per quelle stilistiche.

La Berlina venne donata al comune di Macerata dalla marchesa Francesca Ceccaroni Morotti Cambi Voglia (Foligno, 1926 – Roma, 2006) insieme ad altri due esemplari sempre in esposizione: la Berlina trasformabile e la Break Wagonette.

Le tre carrozze, ereditate dal padre Fabrizio come il resto dei beni, provenivano dalla villa di famiglia La Maddalena di Muccia, una tenuta in provincia di Macerata. Furono prima trasferite presso villa Conti e, solo dopo il restauro, nel museo maceratese.