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Cristo alla colonna

data
1610 - 1620
sede
Palazzo Buonaccorsi
soggetto
Cristo
tecnica
Olio su tela, 132 x 100 cm
n. inventario
49
tipologia
Pittura
scuola
Scuola romana
collezione
Borgetti Tommaso Maria
percorso
Arte Antica

Descrizione

L’opera raffigura Cristo legato ad una colonna mentre viene flagellato da due manigoldi. La luce colpisce da sinistra il corpo del Salvatore, mettendo in risalto la muscolatura del torso, del braccio e il bianco panneggio, lasciando nell’oscurità l’aguzzino alle sue spalle.

Il dipinto è considerato copia di un originale perduto di Caravaggio, sebbene il dibattito critico lo abbia anche ritenuto copia di una derivazione di Battistello Caracciolo, tra i suoi più importanti seguaci. La tela è stata rinvenuta nel 1926 nei depositi di Palazzo Buonaccorsi dallo storico dell’arte Roberto Longhi, che la ritenne subito di notevole importanza per gli studi critici su Caravaggio, includendola nella storica mostra caravaggesca milanese del 1951 quale copia di buona qualità del celebre pittore.

Allo studioso si deve anche il recupero di altre repliche del tutto simili nell’iconografia, oggi conservate nel Museo Civico “Castello Ursino” di Catania e in una collezione privata, già collezione Camuccini a Cantalupo in Sabina (Rieti).

Le tre versioni sono in stretto rapporto con opere di Caravaggio: l’Incoronazione di spine del Kunsthistorisches Museum di Vienna, del 1602-1603, dove troviamo la medesima posa del volto reclinato di Cristo, e la Flagellazione dipinta per la chiesa di San Domenico Maggiore di Napoli tra il 1606 e il 1608, oggi nel Museo di Capodimonte, in cui le figure del Cristo e dei tre manigoldi occupano il campo dell’intera composizione.