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Enea e Didone si inoltrano verso la grotta
- data
- Prima metà del XVIII secolo
- sede
- Palazzo Buonaccorsi
- collocazione
- Primo piano
- tecnica
- Olio su tela 73,7x77 cm
- n. inventario
- 3177
- tipologia
- Pittura
- percorso
- Arte Antica
Descrizione
Il dipinto riproduce il soggetto della grande tela realizzata tra il 1712 e il 1714 dal pittore napoletano Francesco Solimena per la Galleria dell’Eneide di Palazzo Buonaccorsi, oggi conservata al Museum of Fine Arts di Houston, ma esposta nella sua sede originaria fino al 1967. In questa data il quadro venne venduto insieme a parte della collezione Buonaccorsi. Passato per i mercati antiquari prima a Roma, nel 1979, e poi a Londra e San Paolo del Brasile, nel 1999 venne acquistato dal museo di Houston. La grande tela completava il ciclo di dodici dipinti commissionati da Raimondo Buonaccorsi a vari artisti esponenti delle principali scuole pittoriche del Settecento.
Il bozzetto presente in Pinacoteca si trovava nella collezione privata Scholtz – Forni di Amburgo. Dopo aver transitato in diverse aste internazionali (Christie’s del 9.7.1982, Matthiesen nel 1987 e di nuovo Christie’s Londra nel 1995) venne infine acquistato dal comune di Macerata nel 2003. Riproduce fedelmente il soggetto della tela conservata a Houstun con “Enea e Didone che si inoltrano verso la grotta”, episodio tratto dal IV libro dall’Eneide di Virgilio.
Enea e Didone, sorpresi dallo scoppio di un temporale scatenato dalla dea Giunone, trovano rifugio in una grotta, dove, in presenza di Imeneo, si compirà la loro unione. Dal cielo cupido scaglia la sua freccia e sullo sfondo di paese si vedono le figure concitate di cavalieri e battitori che fuggono dal temporale.
L’opera di Solimena, autentico capolavoro della pittura tardo barocca, si caratterizza per l’eleganza e la nobiltà dei gesti, per l’attenzione cromatica e l’impianto compositivo, e si colloca in una fase in cui l’artista coniuga la tradizione naturalistica napoletana con le esperienze della pittura caravaggesca e le nuove istanze del classicismo romano.
Nella collezione Buonaccorsi figuravano altri tre quadri di Francesco Solimena. Fonti settecentesche ricordano “un bagno di Diana, […] l’altro un San Francesco e l’ultimo la Beata Vergine con l’angelo custode, che gli addita un fanciullo, e con San Francesco da Paola geneflusso in atto di adorarla”. Le ultime due opere trovano un’analogia nel soggetto in due dipinti del pittore napoletano, l'”Estasi di San Francesco” e la “Madonna col Bambino, l’Angelo custode, e San Francesco di Paola”, pervenuti nel 1745 alla Gemäldegalerie di Dresda.