Scheda opera
Ricerca avanzata
Seleziona una voce per filtrare la tua ricerca.
Luna che si specchia
(1894 - 1958)
- data
- 1945 - 1947
- sede
- Palazzo Buonaccorsi
- collocazione
- Secondo piano / sala 10
- soggetto
- Luna su cielo cobalto
- tecnica
- Olio su carta 20x25,5 cm
- n. inventario
- 1792
- tipologia
- Pittura
- percorso
- Arte Moderna
Descrizione
L’opera raffigura un paesaggio collinare immerso in un cielo notturno blu cobalto. Sulla destra, un ampio segno circolare a forma di C con all’interno le lettere M e A, sembra evocare la luna, elemento caro alla poetica dell’artista.
A partire dagli anni Trenta Osvaldo Licini porta avanti le sue ricerche verso l’arte astratta, abbandonando progressivamente la figurazione per arrivare in seguito al superamento dell’elemento geometrico e all’utilizzo di un segno libero, istintivo. La produzione degli anni ’40 è legata alle ricerche spirituali dell’artista e la pittura viene a rappresentare per Licini la profondità del cosmo. Le opere di questo periodo si caratterizzano per campiture cromatiche solcate da segni e scritture enigmatiche. Il paesaggio viene evocato attraverso il cromatismo e ridotto nelle sue linee essenziali a delineare il profilo di monti e colli. Questi stessi caratteri li ritroviamo nel dipinto di Macerata, accostabile alla serie Personaggi e Olandese volante. Stringenti sono i legami con Personaggio grande del 1945 (collezione privata, Milano) e Personaggi del 1946 (collezione privata, Porto San Giorgio), per tali motivi la datazione dell’opera oscilla tra il 1945 e il 1947.
Il dipinto viene inoltre segnalato con diversi titoli: Paesaggio 2, Personaggi 2 e Amalassunta 9.
Alla morte dell’artista l’opera era conservata presso lo studio del pittore nella sua abitazione a Monte Vidon Corrado, come documentato dalle immagini fotografiche acquisite dal fondo del fotografo Raul Morichetti conservato presso la Biblioteca Comunale “Mozzi Borgetti” di Macerata. Il dipinto è stato acquistato dal Comune nel 1966 a seguito dell’antologica tenutasi a Macerata nel 1964 nell’ambito del III Premio Scipione Nazionale di Pittura.