Scheda opera
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Natura morta con frutta
(1633 circa - 1702)
- data
- Seconda metà XVII sec.
- sede
- Palazzo Buonaccorsi
- collocazione
- Depositi
- tecnica
- Olio su tela 69,4cm x 57,5cm
- n. inventario
- 28
- tipologia
- Pittura
- collezione
- Antonio Bonfigli
- percorso
- Arte Antica
Descrizione
Il dipinto raffigura una ricca natura morta, in cui i frutti sono resi con attenta maestria, disposti su un ripiano di pietra. La luce investe la composizione da sinistra, colpendo i due grappoli d’uva bianca in primo piano con le grandi foglie, la melagrana, il grappolo di uva nera, le ciliege e gli altri frutti posti in secondo piano, tra cui si individuano rametti di corbezzoli.
Dopo una prima attribuzione al romano Giovanni Paolo Castelli detto Spadino (Roma, 1650 – 1740), riportata nell’inventario della Pinacoteca del 1964, l’opera è stata attribuita insieme al pendant (inv. 27) al pittore tedesco Christian Berentz (Amburgo, 1658 – Roma, 1722), giunto in Italia verso il 1680 e rimasto a Roma sino alla morte, specialista nel genere di pittura della natura morta.
Entrambe le opere sono oggi attribuite a Carlo Manieri (Taranto, 1633 ca. – Roma, 1702), artista attivo a Roma, dove arriva nel 1655. Il Manieri si afferma come prolifico pittore di nature morte con fiori e frutta e studi recenti hanno ricondotto alla sua mano un numero considerevole di opere. Le due tele di Macerata possono essere accostate alle nature morte conservate nel Museo Civico di Prato, anch’esse riferite al medesimo pittore.
Il dipinto è entrato nelle raccolte museali di Macerata a seguito del lascito nel 1860 di ventisei dipinti da parte del pittore e architetto maceratese Antonio Bonfigli. Alla morte di Bonfigli nel 1865 le opere furono acquisite dal Comune e costituiscono uno dei principali nuclei della Pinacoteca Civica.
In occasione della mostra “Vis-à-Vis. Ritratti moderni e contemporanei” (29 giugno 2024 – 12 gennaio 2025) l’opera è temporaneamente ricoverata presso i depositi del museo.