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Paesaggio con cascata

data
XVII-XVIII secc.
sede
Palazzo Buonaccorsi
tecnica
Olio su tela 61cm x 73cm
n. inventario
25
tipologia
Pittura
collezione
Antonio Bonfigli
percorso
Arte Antica

Descrizione

Il quadro raffigura un rigoglioso paesaggio boschivo con al centro una cascata. In primo piano in basso si vedono tre figure accompagnate da un cane: una è in piedi, le altre due sono sedute su una roccia e gesticolano animatamente. In alto, al di là della cascata, si innalza un paese minacciato sul lato destro da un incendio, di cui si intravedono le fiamme e le nuvole di fumo. I due personaggi sembrano indicare l’evento calamitoso, che getta scompiglio nella quiete campestre.

L’opera è ricordata da Luigi Serra (L. Serra, Le Gallerie della Marche, 1925, p. 135) con una attribuzione a Jan Frans van Bloemen (Anversa 1662/ Roma 1748) e come tale accolta dalla critica moderna. Nell’inventario della Pinacoteca del 1964 il dipinto ha invece un’attribuzione ad Anesi Paolo (Roma 1697/ Roma 1773).

Jan Frans van Bloemen detto l’Orizzonte, è stato un pittore ed incisore originario delle Fiandre. Dopo un soggiorno in Francia si stabilisce a Roma nel 1668 con il fratello Pieter, anch’egli pittore. Si afferma come specialista della pittura di paesaggio, raffigurando nei suoi quadri brani di natura con boschi, cascate e fiumi e inserendovi spesso scorci di paesi delle campagne romane.

Lione Pascoli, che ci ha lasciato nel 1732 una biografia dell’artista, ricorda come Bloemen andasse “a posta a Frascati, a Castello, in Albano, alla Riccia, a Gianzano, a Civita Lavinia, a Tivoli… e da per tutto e si fermò per prenderne in varie guise, e da varie parti e siti a disegnarli”.

Il dipinto di Macerata, accostabile alla maniera dell’Orizzonte, riprende a livello compositivo analoghi modelli dell’artista. I paesaggi di Bloemen, infatti, si caratterizzano per la presenza di boschi con alberi che si innalzano ai due lati lasciando il posto ad una veduta centrale dove tra la vegetazione si scorgono ruderi, chiese o abitazioni. Le composizioni si caratterizzano per un’ampia spazialità, che indirizza lo sguardo fino a un piccolo borgo collocato in alto.

Il quadro fa parte del lascito del pittore, architetto e collezionista maceratese Antonio Bonfigli, il quale donò nel 1860 alla sua città ventisei opere, affinché Macerata potesse avere una pinacoteca. Alla morte di Bonfigli nel 1865 le opere furono acquisite dal Comune.