Scheda opera
Ricerca avanzata
Seleziona una voce per filtrare la tua ricerca.
Ritratto di Maria Fittili Lauri
(1720 - 1806)
Descrizione
L’opera ritrae una donna a mezzo busto di tre quarti su di uno sfondo scuro, colta nel momento in cui solleva lo sguardo dal libro per rivolgerlo allo spettatore. L’effigiata indossa un abito giallo con sopramaniche rigonfie su una veste bianca adornata di pizzi sulle maniche. Il viso, in parte in ombra e dettagliatamente indagato nei tratti fisiognomici, è incorniciato da una cuffia bianca con orlo ondulato. Pochi ma preziosi gioielli denotano lo status sociale della donna: la spilla con pietra preziosa, forse un rubino per il colore rosso, fissata sulla spalla, il filo di perle che gira intorno alla manica e il nastrino nero sul collo chiuso da un fermaglio a forma di fiocco da cui pende una croce.
Sul tavolo rosso sono poggiati dei libri e una lettera dove si legge la scritta «A’ Madame/ Madame Marie Lauri / Nee’ fittili/a Macerata», restituendoci con certezza l’identità dell’effigiata.
Maria Fittili Lauri era una nobildonna originaria di San Severino Marche, moglie di Tommaso Lauri, Cameriere d’Onore del Papa ed esponente di una nobile famiglia maceratese, morto nel 1785. L’opera è riferita al pittore fanese Carlo Magini, allievo dello zio Sebastiano Ceccarini (Fano, 1703-1783), anch’egli affermato pittore molto noto nel campo della ritrattistica, per analogie compositive con altre opere dell’artista.
Di Carlo Magini si conservano nella Pinacoteca Civica di Macerata il Ritratto di Monsignor Pellegrino Consalvi (inv. 1984) e il Ritratto di Tommaso Lauri senior (attr.), marito di Maria Fittili. L’artista era molto richiesto dalle famiglie nobili del tempo per i ritratti ma è anche noto alla critica per la sua produzione di nature morte, genere molto apprezzato nel corso dei secoli XVII-XVIII e di cui diviene uno specialista, realizzando diverse composizioni.
Il “Ritratto di Maria Fittili Lauri” faceva probabilmente parte della collezione Lauri, entrò in possesso dell’IRCR di Macerata (Istituto Riuniti di Cura e Ricovero) nel 1894, come deposito dopo la morte di un discendente della famiglia Lauri, il conte Tommaso Lauri junior, che aveva nominato erede universale il Ricovero. Nel 1950 Amedeo Ricci, direttore della Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti e curatore della Pinacoteca, chiese ed ottenne il deposito dell’opera insieme ad altri dipinti.