Opale

- Musei Macerata

Composizione e proprietà

L’opale viene definito un ossido di silicio idrato: in altre parole, non possiede una struttura cristallina ordinata, ma è composto da microsfere di Cristobalite (SiO2) immerse in un gel colloidale di silice e acqua (fino al 10%). Per le sue caratteristiche di preziosità, l’opale è tenuto in tutte le epoche in grande considerazione. Lo conferma il nome stesso, che ha origine dal latino “opalus”, a sua volta derivato dal sanscrito col significato di “pietra preziosa”. 

Varianti

La particolare composizione chimica dà vita ad un meraviglioso gioco di iridescenze multicolori che caratterizza le due principali varietà della gemma: l’opale-nobile e l’opale-arlecchino. La prima è biancastro-lattiginosa proveniente dall’Australia, Messico e Brasile. La seconda si trova solo in Australia ed è connotata da fondo grigio, nerastro o blu-nero con iridescenze vivaci a macchiette verdi. A queste va aggiunta anche una terza tipologia di origine messicana, l’opale di fuoco, di colore giallo-arancione o rosso-giacinto, privo di iridescenze, ma notevolmente trasparente e vivace.

Gemme dipinte

Presso i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, si identificano come opali le gemme agli anelli dei fanciulli nella Madonna con il Bambino, Santi e due fanciulli di Cesare e Vincenzo Conti (1595-1598), proveniente dal santuario di Santa Maria delle Vergini di Macerata.

Per approfondire

S. Cavenago-Bignami Moneta, Manuale di Gemmologia, Milano 2017 (ristampa anastatica della 3ª ed.), pp. 111-112.