Approfondimenti

San Giuliano Ospitaliere: un itinerario iconografico all’interno dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi

 - Musei Macerata
Figura 1: Agostino Cartuccia, San Giuliano, 2006, Macerata, viale Diomede Pantaleoni

Dalla pinturetta di viale Diomede Pantaleoni alle collezioni museali

Nella giornata del 31 Agosto le celebrazioni patronali raggiungono il culmine, tra variopinte bancarelle e musiche trascinanti che abbracciano tutta Macerata. In quest’atmosfera di gioiosa spensieratezza, la pinturetta di Agostino Cartuccia a ridosso di Porta San Giuliano richiama alla memoria collettiva la storia travagliata del Santo (Figura 1); stagliata sulle mura del Duomo, la silhouette dell’Ospitaliere a cavallo rappresenta, infatti, per i maceratesi un memorandum del suo profilo personale, uomo redento dopo un orribile parricidio e numerose peregrinazioni.  Sulla scia di quest’opera – dopo il precedente articolo focalizzato sulle origini della festa – perché non onorarne dunque il ricordo scoprendo l’iconografia attraverso le collezioni di uno dei gioielli museali più lucenti della città, i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi?

San Giuliano cavaliere

L’itinerario prende avvio da un manufatto ceramico conservato nella quarta Sala del Piano Nobile, detta del Camerino. Qui è esposto un prezioso boccale monoansato a bocca trilobata in maiolica policroma tardo-quattrocentesca di produzione marchigiana (Guida Pinacoteca e Galleria dell’Eneide, cat. n. 5). Secondo una tradizione, l’esemplare sarebbe stato donato ai Priori di Macerata con lo scopo di versare vino caldo durante le sedute invernali della magistratura comunale (Figura 2).

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Figura 2: Boccale con San Giuliano, ante 1492 (?), maiolica, proveniente da Macerata, Palazzo Comunale, attualmente presso Musei Civici Palazzo Buonaccorsi.

Sul corpo ovoidale, entro una fiorita ghirlanda, è raffigurato San Giuliano nelle vesti di nobile cavaliere nell’atto di frenare il suo destriero a briglia serrata che mostra tutta la sua bellezza mentre trotta sopra un verde prato. Indossa una collana sontuosa e un’ampia tunica gialla – colore cratofanico – impreziosita da un pattern a stelle stilizzate. Su un fianco si riconosce uno dei suoi attributi principali, la spada, simbolo guerriero nonché arma nobile per eccellenza degli eroi cristiani. Segno distintivo della sua santità è inoltre l’aureola che ne attornia il capo. Infine, la funzione di protettore di Macerata è esplicitata dallo stendardo tenuto in mano dove si può riconoscere lo stemma comunale nella sua forma meno complicata: la macina degli antichi mulini ricinesi, la stessa che si vede un po’ dovunque in città (Figura 3). 

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Figura 3: Stemma di Macerata, 1326, bassorilievo, proveniente da Macerata, Fonte Maggiore, attualmente presso Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti (Catalogo Generale dei Beni Culturali).

L’immagine equestre di San Giuliano ha origini antichissime; a titolo esemplificativo, si ricordi il bassorilievo trecentesco proveniente da Fonte maggiore, oggi custodito nell’atrio della Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti (Figure 4-5). 

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Figura 4: Fonte Maggiore, 1326, Macerata, Borgo San Giuliano (Catalogo dei Beni Culturali, Regione Marche). 
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Figura 5: San Giuliano, 1326, bassorilievo, proveniente da Macerata, Fonte Maggiore, attualmente presso Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti (Catalogo Generale dei Beni Culturali).

Tale caratterizzazione iconografica rispecchia fedelmente la leggenda nordica che mette in luce le origini aristocratiche del personaggio e i suoi continui spostamenti. Illuminanti, a tal proposito, le parole di Gustave Flaubert tratte dal suo racconto su Saint Julier l’Hospitalier

Quand il eut sept ans, sa mèere lui apprit à chanter. Pour le rendre courageux, son père le hissa sur un gros cheval. L’enfant souriait d’aise, et ne tarda pas à savoir tout ce qui concerne les destriers.
[Trad. it: Quando ebbe sette anni, sua madre gli insegnò a cantare. Per renderlo orgoglioso, suo padre lo issò su un grosso cavallo. Il bambino sorrideva di gioia, e non tardò a sapere tutto quel che concerne i destrieri]

(Flaubert ed. 1994, 44). 

Analogamente a cavallo con nimbo e vessillo maceratese lo si osserva su un oggetto d’oreficeria, conservato nella Sala degli dei del Museo e realizzato a metà Ottocento da Domenico II Piani (Macerata, notizie dal 1848-1859), una mazza argentea utilizzata dal Podestà in occasione delle cerimonie più solenni (Figura 6). Sull’impugnatura globulare vi è apposto un medaglione con l’effigie, finemente lavorata a sbalzo, del patrono raffigurato secondo l’iconografia tradizionale ma con particolare il dettaglio dell’ampio mantello, possibile rimando all’iconografia del pellegrino.  

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Figura 6: Domenico II Piani, Mazza da cerimonia, 1848, argento sbalzato, cesellato e dorato, proveniente da Macerata, Palazzo Comunale, attualmente presso Musei Civici Palazzo Buonaccorsi (Binni 1988, 7). 

San Giuliano cacciatore

Una differente rappresentazione si concretizza invece nella scultura in cartapesta e legno dorato di fine XVII sec. visibile all’ingresso della Sala mostre (Figura 7). Benché sia rappresentato di nuovo a cavallo, San Giuliano assume le sembianze di un cacciatore. Scendendo nel dettaglio, peculiare è il suo abbigliamento che ricalca quello di un soldato romano con tanto di corazza, pteruges, calzari ed elmo a pennacchio. Il protagonista è accompagnato da due cani al suo seguito e, in origine, anche da un falcone, probabilmente posato sul braccio destro; quest’ultima presenza-assenza viene dedotta dalla scultura equestre di San Giuliano conservata nella Sacrestia del Duomo e portata in processione il 31 Agosto (Figura 8). Per ultimo, fa da contraltare all’“Edipo cristiano” (Allevi 1992, 701) la cerva ammonitrice che ostacola la strada al cavallo, mentre questo, con la solita zampa anteriore alzata, sembra fermarsi (Binni 1988, 19).

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Figura 7: Artista di area marchigiana, San Giuliano, sec. XVII, cartapesta e legno dorato, attualmente presso Macerata, Musei Civici Palazzo Buonaccorsi (Binni 1988)
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Figura 8: San Giuliano, sec. XVIII, legno policromo, perduta; fotografia eseguita da Carlo Balelli nel 1970 ca., Macerata, Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti.

San Giuliano orante

Dopo le tipologie del cavaliere e del cacciatore a cavallo, il percorso attraverso le sale di Palazzo Buonaccorsi ritorna alla Sala degli dei con un’ultima iconografia. Si tratta di un’opera del fiammingo Ernst Van Schayck (Utrecht, 1576 – Macerata, 1631) a riproduzione dello stendardo su seta commissionato allo stesso artista olandese nel 1621 dal Comune di Macerata (Guida Pinacoteca e Galleria dell’Eneide, cat. n. 72) (Figura 9).

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Figura 9: Ernst Van Schayck, San Giuliano, sec. XVII, olio su tela, attualmente presso Musei Civici Palazzo Buonaccorsi.

L’immagine su tela propone una figura stante, in posizione fiera e atteggiamento virile, come una «reminiscenza inconscia di S. Giuliano cacciatore e soldato» (Binni 1988, 10). Entro una cornice paesaggistica, Macerata è evocata in modo quasi ridondante: sulla sinistra, si staglia all’orizzonte il profilo della città, sulla destra, invece, è scolpito su un blocco di marmo la caratteristica macina a otto raggi. La gestualità è potente, con il Santo che tende le mani verso Macerata mentre alza gli occhi al cielo quasi per invocare la protezione divina su di essa. 

Altrettanto significativa la portata espressiva dell’ultima immagine a chiusura della serie. Nella sala di Bacco è esposta una tela dipinta nel 1581 dai fratelli ravennati Giovan Battista (Ravenna 1520 ca. – 1591) e Francesco Ragazzini (Ravenna,? – post 1616) per la Cappella Pancalducci del Santuario di Santa Maria delle Vergini (Guida Pinacoteca e Galleria dell’Eneide, cat. n. 57). Espressione della devozione mariana maceratese, l’opera vede come protagonista Sant’Anna con la Vergine sormontata da Sant’ Emerenziana. Tutt’intorno si dispone una pletora di personaggi, tra cui spicca proprio l’Ospitaliere nella tipologia di orante; benché assuma le inusuali fattezze di un fanciullo dai capelli ricci, il Santo è riconoscibile per via degli attributi della spada e del blasone, a cui va aggiunta la miniatura della città nella mano sinistra. Ciò che cattura maggiormente l’attenzione è il suo sguardo penetrante che, assieme alla mano sinistra, funge da diedro semantico tra il gruppo principale e l’osservatore.  A chi è rivolto lo sguardo del Santo?

Un invito al museo

Con questo interrogativo – inteso come un invito a scoprirne la risposta attraverso una visita a Palazzo Buonaccorsi – si conclude il breve itinerario iconografico alla scoperta di San Giuliano Ospitaliere.

Progetto: Servizio Civile Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi 
Testo: Elena Moscara
Coordinamento Scientifico: Giuliana Pascucci

Per approfondire

F. Allevi, San Giuliano ospitaliero: il patrono maceratese fra storia, traduzione e leggenda, in Assistenza e ospitalità nella Marca medievale (Atti del XXVI Convegno di Studi Storici Maceratesi, San Ginesio, 17-18 novembre 1990), Macerata 1992 (Studi Maceratesi, 26). 

G. Binni, De Sancto Juliano, Macerata 1987. 

G. Binni, Maceratensis patroni sancti Juliani imagines, Macerata 1988. 

Guida Pinacoteca e Galleria dell’Eneide. Musei Civici Palazzo Buonaccorsi, Macerata 2023. 

S. Blasio, Cattedrale di San Giuliano a Macerata: la pinacoteca sacra, in G. Barucca (a cura di), Le cattedrali. Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli, Treia, Macerata 2010, pp. 55-70.  

Macerata. Piccoli itinerari, a cura di A. Di Geronimo, Macerata 2020. 

G. Flaubert, La leggenda di San Giuliano l’Ospitaliere, a cura di B. Itri, Roma 1994. L. Simi, Gli stemmi degli Accademici Catenati, Macerata 2008.