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Galleria dell'Eneide - Palazzo Buonaccorsi - Macerata Musei

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La Galleria dell’Eneide

Fasto e decoro a Palazzo Buonaccorsi

Agli occhi di chi varca la grande sala di rappresentanza di Palazzo Buonaccorsi, nota con il nome di Galleria dell’Eneide, si apre uno scenario tra i più ricchi e sontuosi delle Marche. La fastosa Galleria viene ricordata dallo studioso Francis Haskell, nel suo fondamentale volume Mecenati e Pittori (1963), come una tra le più complete decorazioni settecentesche del Barocco nel centro Italia. Il progetto fu ideato da Simone Buonaccorsi (1624-1708) e continuato dal 1708 da suo figlio Raimondo (1667-1743), esponenti di una delle più influenti casate maceratesi.

Un illuminato collezionista

Raimondo Buonaccorsi, attento collezionista, aveva seguito personalmente le vicende costruttive dell’edificio e portato a compimento l’allestimento della Galleria. Si distinse per uno spiccato interesse nei confronti dell’arte e coinvolse nei lavori gli artisti più celebri del momento, esponenti delle varie correnti artistiche. Nel cantiere sono attivi pittori veneti, bolognesi, romani, napoletani e la loro partecipazione ha reso la Galleria una vera e propria antologia della pittura in Italia nel Settecento. I lavori durano dall’incirca dal 1711 al 1722, sulla base di un progetto decorativo già stato stabilito dai membri della famiglia.

Un ciclo dedicato all’Eneide

Il tema scelto per i dipinti sono le vicende legate all’eroe Enea, tratte dall’Eneide, il celebre poema di Virgilio. Il progetto decorativo risponde ad un programma unitario e si articola in un complesso schema iconografico che vuole sottolineare i legami dei Buonaccorsi con Roma e l’antichità. Nelle pareti sono disposte dodici tele con la rappresentazione delle Storie di Enea, un grandioso ciclo che mira a celebrare le gesta dell’eroe virgiliano. Sono raffigurati gli episodi salienti: le armi costruite nella fucina di Vulcano, l’incontro tra Enea e Didone, la morte di Didone, la battaglia tra Enea e Masenzio. Le tele vennero realizzate e consegnate tra il 1712 e il 1714.

Gli dei dell’Olimpo e il ciclo dei Mesi

La sala presenta una ricca decorazione, nulla è lasciato al caso. Nella volta a padiglione possiamo ammirare le Nozze di Bacco e Arianna tra gli dei dell’Olimpo realizzate dai pittori Michelangelo Ricciolini (Roma, 1654 – Frascati, 1715) e dal figlio Nicolò (Roma, 1687 – 1772). Il maestoso affresco è teso ad esaltare e nobilitare le origini della casata Buonaccorsi e a rendere omaggio all’unione tra Raimondo e Francesca Bussi. Lungo il cornicione d’imposta, sono collocate come sovrapporte tele con Putti con insegne ed emblemi dipinte da Nicolò Ricciolini e un dipinto a soggetto religioso, la Chiesa annienta gli dei pagani di Francesco Mancini. Completano la Galleria i portelloni delle finestre, che grazie alla loro ricchezza decorativa di impronta rococò e alle tonalità pastello, conferiscono all’ambiente eleganza e raffinatezza. Sono riccamente ornati con scene allegoriche dei Mesi con riferimenti simbolici alle stagioni, ai lavori e a personaggi dell’antichità. In fondo alla sala, inoltre, si osserva una porta con lo specchio dove è dipinto a monocromo il Trionfo di Bacco.